lunedì 16 dicembre 2013

Minority Report



"Riesci a vedere?"


Non sempre nelle sere di dicembre fa piacere uscire: spesso si può preferire stare a casa con una bella coperta di lana e farsi compagnia con un film. Se poi il film in questione è come questo "Minority Report", grandiosa pellicola di fantascienza del 2002 diretta da Spielberg, ne è valsa davvero la pena chiudersi dentro.
Passiamo alla trama: nel 2054 a Washington è stato completamente debellato l'omicidio grazie all'esperimento della PreCrimine: tre sensitivi, detti PreCog, sono capaci di avere visioni su omicidi non ancora avvenuti; i colpevoli dei crimini verranno quindi ricercati ed arrestati prima ancora che commettano il delitto. Il distretto di polizia dedicato alla PreCrimine, il cui direttore è Lamarr Burgess, può godere del bravissimo agente John Anderton, poliziotto che si è buttato anima e corpo nel lavoro per impedire che accadano ancora cose come la scomparsa del proprio figlio avvenuta anni prima, cosa che ha spinto l'uomo al divorzio dalla moglie ed all'uso costante di droghe. Un giorno al distretto arriva Danny Witwer, incaricato dal dipartimento di giustizia statunitense di informarsi sulla PreCrimine al fine di poterne verificare l'efficacia per un'eventuale espansione su scala nazionale; proprio nei giorni di questa visita Agatha, una dei tre PreCog, comincia ad essere tormentata da visioni relative ad un omicidio avvenuto anni addietro ed ormai ufficialmente risolto. Come se non bastasse i sensitivi hanno una visione di un futuro delitto che sarà attuato da Anderton stesso ai danni di un certo Leo Crow, di cui l'agente non ha mai sentito nominare. Per far luce sulla vicenda ed impedire la cattura sarà costretto quindi a fuggire ed indagare.
Nella Washington della pellicola non avvengono più omicidi da anni grazie all'utilizzo dei PreCog; nonostante tutto non manca il degrado e l'illegalità, dallo spaccio di droga al trapianto di occhi per evitare di essere identificati.
La città infatti è piena di scanner oculari, utilizzati per tenere traccia degli spostamenti dei cittadini ma anche per destinare loro messaggi pubblicitari personalizzati: all'ingresso di un negozio di vestiti, ad esempio, si sentirà l'addetta virtuale pronunciare il nome del cliente appena entrato e suggerirgli una maglia in sintonia con i pantaloni acquistati in una precedente occasione.
La privacy ed il libero arbitrio sono fondamentalmente inesistenti, tanto che per svagarsi i cittadini ricorrono a servizi di realtà virtuale in cui possono persino fantasticare di uccidere il proprio capo. L'omicidio premeditato vero e proprio non esiste più, grazie alla presenza dei PreCog; possono ancora accadere omicidi non premeditati e dettati quindi da uno sfogo passionale, come ad esempio l'assassinio della propria moglie e del suo amante, colti in flagrante. È proprio con questo episodio che inizierà la pellicola, mostrando quindi gli agenti della sezione PreCrimine in azione.

Il tempio
I PreCog sono considerati come delle vere e proprie divinità, avendo il dono della conoscenza; non a caso la stanza in cui giacciono è detta informalmente "Il tempio".
I tre sensitivi ricevono delle visioni riguarda
nti un omicidio non ancora accaduto che, mediante un sistema di acquisizione molto complesso, vengono salvate e proiettate su un monitor interattivo, ottenendo inoltre le identità di vittima e perpetratore. Interviene a questo punto il capitano Anderton che, studiando le immagini, deve capire dove avverrà il crimine così da impedirlo nel breve tempo a loro disposizione.

Il sistema non è però perfetto: non sempre tutti e tre i PreCog vedono un crimine allo stesso modo, cosa che porta alla stesura di un "rapporto di minoranza", permettendo l'esistenza di un futuro alternativo. È proprio per scoprire se esso esiste che Anderton rapisce Agatha, la più dotata dei tre sensitivi, e la porta con sé nella sua rocambolesca fuga.
La PreCog è tormentata dalle immagini di un omicidio avvenuto anni addietro e classificato come "eco", cioè il termine usato per indicare il ripresentarsi di visioni. A John però tutto ciò sembra molto strano e comincia a dubitare del sistema da egli tanto difeso, soprattutto per il trovarsi colpevole in prima persona di un futuro crimine.
Il principale tema dell'opera è proprio lo scontro tra libero arbitrio e determinismo, questione che viene spiegata alla perfezione nella fantastica scena della palla che rotola; metaforicamente il destino di una persona può essere visto come il percorso di una palla che scivola verso il bordo di un tavolo: bloccarla all'ultimo momento non vuol dire che non sarebbe caduta. Con John la situazione è ancora più complessa: conoscere il proprio probabile futuro può essere d'aiuto nel cambiarlo? O è proprio il voler indagare che lo porterà ad uccidere un uomo di cui non ha mai sentito nominare?
La futuristica plancia di controllo per la visione dei futuri omicidi
Si insiste spesso nella pellicola sul tema delle famiglie distrutte a causa di problemi nel rapporto genitore-figlio: Anderton si sente quasi in sintonia con Agatha, avendo egli perso il figlio ed essendo la donna stata prelevata dai familiari per servire il bene comune. Un altro punto di incontro tra i due è l'acqua: il figlio dell'agente scompare durante una visita alla piscina, mentre la sensitiva è immersa insieme agli altri due PreCog in una soluzione che permette loro di amplificare le visioni e renderli simil-vegetali; inoltre l'eco che tormenta Agatha è relativo all'omicidio di una donna morta affogata.
Il film eccelle nel saper creare una mitologia unica e coerente, della quale lo spettatore deve imparare i meccanismi alla perfezione per poter arrivare alla risoluzione del mistero senza ulteriori dubbi.

Il finale è stato considerato dalla critica troppo buono, non in sintonia coi toni dark del resto della pellicola, ma a mio avviso è comunque coerente e segue il naturale svolgersi degli eventi. Forse la pecca sta nello spiegare tutto a mezz'ora circa dalla fine del film, rendendo questo punto come il più alto e "potente" della pellicola a discapito di ciò che accade dopo.
L'intero film ha come tonalità predominante un blu freddo, ottenuto desaturando i colori e usando la tecnica del bleach bypass (saltare la fase di sbiancatura ottenendo un forte contrasto) sul negativo della pellicola, il tutto per dare una sensazione di film noir. Le scene in cui appariranno colori più caldi sono quelle relative ai ricordi di John e ad altri momenti sentimentalmente più coinvolti.
Non tutti i personaggi sono approfonditi a dovere nella loro psicologia; fondamentalmente è solo di John che si sanno le sue pulsioni emotive e si comprende quindi il suo modo di comportarsi. Un altro bel ruolo è quello di Agatha, grazie anche a Samantha Morton vincitrice di un Saturn Award come Migliore Attrice Non Protagonista per la sua interpretazione in questa pellicola.
"Minority Report" prende spunto dal racconto omonimo di Philip K. Dick, nonostante solo pochi elementi siano stati ripresi nella stessa maniera.
Candidato all'Oscar 2003 per il montaggio sonoro (riconoscimento andato poi a "
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri"), il film ha vinto numerosi premi ai Saturn Award come Miglior Regia e Miglior Film di Fantascienza.
"Minority Report" è un film fantastico e coinvolgente, capace di attrarre lo spettatore con la sua visione del futuro e i temi socialmente interessanti incastonati nella trama; forse ci sarebbe da ridire solo sul finale, dato che è un po' sottotono rispetto alla parte centrale della pellicola.
In conclusione siamo davanti ad un must della cinematografia di fantascienza; consigliato a tutti, sia a chi non è completamente a digiuno di sci-fi, sia a chi ha interesse ad avvicinarsi al genere.


VOTO: 94/100 


  • Titolo originale: Minority Report
  • Paese di produzione: USA
  • Anno: 2002
  • Durata: 139 min
  • Genere: fantascienza, thriller, azione
  • Regia: Steven Spielberg
  • Soggetto: Philip K. Dick
  • Sceneggiatura: Scott Frank, Jon Cohen
  • Produttore: Jan de Bont, Gerald R. Molen, Walter F. Parkes, Bonnie Curtis
  • Casa di produzione: Twentieth Century Fox, DreamWorks SKG, Cruise/Wagner Productions, Blue Tulip Productions, Amblin Entertainment
  • Interpreti e personaggi:
          Tom Cruise: John Anderton
          Colin Farrell: Danny Witwer
          Samantha Morton: Agatha
          Max von Sydow: Lamar Burgess

2 commenti:

  1. Ciao Fabio, il film l'ho visto anch'io e l'ho trovato molto bello, avvincente. Se esistesse veramente una società strutturata in questo modo, al mondo non ci sarebbero più reati. Ma sarebbe giusto punire una persona solo sulla base di un'intenzione? Per giunta prospettata da sensitivi! Il film è bello proprio perchè assolutamente fantasioso e irreale. Io penso che in una società democratica il reato debba essere punito solo dopo che è avvenuto! Certo, bisognerebbe educare le persone a non compiere reati: questo dovrebbe fare un buon governo. Comunque, sono d'accordo con te: è un bel film, coinvolgente e merita il voto che gli hai dato, ma resta un film molto lontano dalla realtà: come hai detto tu un film di fantascienza, genere che, come ben sai, non amo molto. Nonostante non sia il mio genere preferito, comunque, mi è piaciuto molto. Tu l'hai descritto molto bene. Continua così. Un bacio.
    Anna

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    1. Grazie del commento, Anna! Se si potesse però prevedere gli omicidi, si riuscirebbe a far finta di niente ed arrestare il colpevole solo dopo il reato? Amo questo film per il dubbio morale che insinua nello spettatore, che non sa più cosa è giusto e cosa no. Diciamo che è un film lontano dalla realtà ma affronta la realtà in ogni sua parte, con la dicotomia tra destino e libero arbitrio

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