mercoledì 4 dicembre 2013

Indiana Jones e il tempio maledetto


"Tu finisci morto ammazzato a forza di cercare fortuna e gloria!"
"Può darsi, ma non oggi"


L'influenza stagionale colpisce quando meno la si aspetta e costringe a stare a letto, senza poter fare altro che riposare. Quest'anno l'ho beccata anch'io ma non mi sono buttato giù, dato che ne ho approfittato per guardare qualche bel film, tra cui questo "Indiana Jones e il tempio maledetto", secondo capitolo dedicato alle avventure del celeberrimo archeologo.
La trama: in un locale notturno Indiana incontra il gangster Lao Che per vendergli un'antica reliquia in cambio di un sacchetto di diamanti. Purtroppo non tutto va come l'archeologo ha sperato dato che viene avvelenato ed è costretto a prendere in ostaggio la cantante Willie per negoziare sull'antidoto. Una volta ottenuta la boccetta, Indiana e la donna fuggono grazie all'aiuto del complice Short Round, un bambino amico del protagonista, e salgono su un aereo. I piloti sono però scagnozzi di Lao e si tuffano dal velivolo portando con loro tutti i paracadute; il gruppo è costretto perciò a tentare un lancio di fortuna usando un gommone gonfiabile e finendo così in un piccolo villaggio indiano. Lì il capo spiega loro che da quando è stata rubata la pietra sacra di Shiva il raccolto e la situazione in generale sono peggiorati; inoltre come se non bastasse sono anche stati rapiti tutti i bambini. Egli crede che la colpa sia della setta dei Thug, seguace di Kali, che si è insediata nell'un tempo disabitato palazzo di Pankot. Indiana, Willie e Short si introdurranno nel luogo per far luce sulla vicenda.
Come il precedente lavoro, questo secondo capitolo della saga inizia con una piccola avventura per presentare il personaggio, che si allaccia senza soluzione di continuità alla storia principale. Il film è un prequel della prima pellicola, anche se non sono molti gli elementi che rendono necessaria questa scelta; in parole povere diciamo che non vi sono riferimenti all'altro titolo, quindi poteva collocarsi in qualsiasi punto nel tempo e non si sarebbe comunque avvertita nessuna differenza. Anche chi non ha visto il primo film, perciò, può tranquillamente leggere questa recensione.

L'estrazione del cuore
Non vi è una particolare corrispondenza fra elementi fantastici ed elementi reali: Indiana non dovrà recuperare nessuno speciale artefatto che esiste nel mondo archeologico reale ma dovrà vedersela con la setta religiosa dei Thug, fedele alla dea Kali, che è veramente esistita. L'azione si sposta perciò in oriente, precisamente in India, tra villaggi semi-tribali e "scontri" tra culti fedeli a differenti divinità.
I nemici, i sopracitati thug, sono una setta praticante magia nera, schiavitù infantile e riti sacrificali; tutto ciò rende la pellicola molto più dark rispetto al precedente titolo, prediligendo quindi un'azione più macabra e sanguinolenta: il sacrificio, ad esempio, avviene asportando il cuore a mani nude dalla vittima (che rimane viva grazie alla magia) per poi spedirla a perire in una fossa infuocata. Si può capire come il target è stavolta un pubblico più adulto e meno impressionante.
Il capo dei thug è un potente e crudele sciamano che vuole rendere il culto della dea Kali l'unica religione mondiale, agendo con l'inganno e la costrizione. È solito infatti preparare un intruglio composto col sangue della dea per annebbiare le menti e rendere fedeli le povere vittime.
Indiana ed il suo gruppo vengono convinti a partecipare alla missione dopo aver visto le terribili condizioni di vita di un villaggio in seguito al furto di una pietra sacra a Shiva, furto opera degli stessi Thug. Arrivano perciò al palazzo di Pankot, occupato da un giovanissimo Maharaja, dove vengono ospitati per la cena; non saranno però contenti a causa delle strane pietanze che verranno loro servite: polpa di scarafaggi, semifreddo di cervello di scimmia, zuppa di occhi e via dicendo. Si assiste perciò a sequenze abbastanza comiche a causa delle reazioni disgustate di Short ma soprattutto Willie.
La reazione del popolo indiano fu però molto dura a causa di queste scene e quelle relative alla religione induista: la produzione fu accusata di fomentare l'odio razziale nei confronti dell'India a causa di questi elementi che appartengono più alla fantasia che alla realtà.
Anche il pubblico e la critica di genere reagì tiepidamente, puntando il dito contro i toni troppo dark di questo secondo episodio. A questo proposito, Lucas (l'autore del soggetto ed il produttore esecutivo) ammise che probabilmente era stato influenzato dal suo umore in quel periodo, essendo infatti impegnato col divorzio da sua moglie. Spielberg stesso confessò in futuro di aver sbagliato molto con questo film. Nonostante tutto, recentemente è stato rivalutato e considerato un bel film d'avventura, alla stregua del precedente.

Un bel gelato al cervello di scimmia, signorina!
Tra i personaggi del primo film ritroviamo solo Indiana, sempre armato di frusta e cappello, impegnato a recuperare reliquie e in questo caso anche a compiere una buona azione. Le nuove aggiunte nella rosa dei protagonisti sono Short e Willie: il primo è un bambino orfano molto fedele all'archeologo, la seconda è una cantante di night appassionata di bei vestiti e completamente fuori luogo tra elefanti, ragnatele ed avventure. La donna per tutta la durata della pellicola farà la parte della viziata isterica, risultando a volte snervante ed apparendo inoltre quasi come un personaggio aggiunto semplicemente per mettere una controparte femminile, dato il poco aiuto che darà al protagonista.
La pellicola ha anche vinto un Oscar agli effetti speciali.
La principale negatività del film sta proprio nel suo tono dark; risulta infatti, soprattutto a chi ha visto il primo capitolo, esagerato nel rappresentare la violenza e le abitudini macabre dei thug e del culto di Kali. Anche Willie risulta un personaggio alla lunga stancante e nient'altro che una "stupida bionda urlante" (citazione di Kate Capshaw, l'attrice che la interpreta).
Il precedente film si intitola "Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta" (1981), e vi sono altre due pellicole che completano la quadrilogia: "Indiana Jones e l'ultima crociata" (1989) e "Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo" (2008).
In conclusione questo secondo capitolo senza alcun dubbio non raggiunge i picchi del primo ma sa ancora far divertire il pubblico con la sua miscela di avventura e mistero.


VOTO: 69/100


NB: Il trailer è in inglese, non avendone trovato uno in italiano



  • Titolo originale: Indiana Jones and the Temple of Doom
  • Paese di produzione: USA
  • Anno: 1984
  • Durata: 113 min
  • Genere: avventura, fantastico
  • Regia: Steven Spielberg
  • Soggetto: George Lucas
  • Sceneggiatura: Willard Huyck e Gloria Katz
  • Produttore: Robert Watts
  • Casa di produzione: Lucasfilm
  • Interpreti e personaggi:
          Harrison Ford: Indiana Jones
          Kate Capshaw: Willie Scott
          Jonathan Ke Quan: Short Round
          Amrish Puri: Mola Ram

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